(Poesia)
La piccola città si distende nel senso della valle,
da Nord a Sud, a Est,
tra le colline dell’entroterra e le montagne della penisola.
La città è fatta di cose che restano,
restano gli antichi muri pregni di vita che non c’è più,
la gente per strada passando ti saluta,
come se ti conoscesse:
gente che si ferma, o che torna,
come gli ambulanti al mercato.
Le mirabili costruzioni
il tempo rovina.
Antichi alfabeti del gesto
d’improvviso si riaccendono, e rivivono.
Ma le strade e il torrente solcano la città
nella sua lunghezza
e tutto è movimento.
L’acqua scorre al golfo portando i veleni,
trattiene e mostra rifiuti,
prima di perdersi nel mare.
Ferrovia e strade sono per viaggiare.
Verso le zone più povere del Sud,
portano zingari e neri, indiani e arabi,
oppure genti dai capelli biondi,
portano i popoli a mescolarsi all’opposto Nord
nel crogiolo dell’altra, enorme città
a cui questa più piccola si unisce
a farne parte.
Viaggiatore dello stesso mare,
sotto il vulcano,
dalla piccola città devi passare.
Dicembre 2017