Ti ricordo nella grande città,
amica.
Una colazione in un bar del centro, una mattina.
Un tempo lontano.
Restavi legata alla terra, alle colline,
con ironia.
Seduta a decantare le lodi
del croissant, eppure
tentavi i pinnacoli più alti del duomo
e poi le pure cime.
A volte lo sentivo, sapevi
curare.
E mai, davvero mai,
compiacimento.
Ma lunghe discussioni, esercizio d’ascolto.
Oggi sei cenere.
Che dire. Per questo non c’è cura –
altro non riesco:
cos’avrei dato, adesso, perché tu restassi.
Fosti riparo e strada. Adesso sei destino.
22 marzo 2021
Per l’amica S.
Sabato 13 marzo avemmo l’ultimo dialogo, una videochiamata. Potemmo così vederci in questo modo, era in gran forma.
Mi raccontò di un suo sogno. Lei risaliva una cavità buia, verso la luce. Sembrava un sogno di nascita. (Ripenso a quel sogno).
Ho l’impressione che abbia voluto salutarmi per sempre.
Lunedì 15 se n’è andata. Col procedere dei giorni che da lei ci allontanano, è come fosse qui, nel gran mare che qualcuno chiama spirito.
Un abbraccio a chi, con onore, l’ha accompagnata per la vita.