Beijing, North Sea Park: luglio 2023, foto di Yin Xiaoyuan Beijing, North Sea Park: luglio 2023, foto di Yin Xiaoyuan
26 Luglio

Cara Cina: venti giorni in Cina da Shenzhen/Beijing a Xi’an e ritorno. 26 giugno-18 luglio 2023.

Cara Cina: venti giorni in Cina da Shenzhen/Beijing a Xi’an e ritorno. 26 giugno-18 luglio 2023. 

26 giugno, lo scalo aereo all’aereoporto di 深圳 (Shenzhen*). Lo spettacolo dei ragazzi che fanno girare la macchina della RPC. Dietro le quinte, i registi del partito e dell’esercito, ma sono i giovani che fanno l’ingranaggio. Alla dogana il mio telefono mostra i suoi limiti e vengo aiutato dagli stessi customs.

26-30 giugno 北京, Orchid hotel. Ciò che non si sapeva, ci trova. Alla reception mi dice Gaby, ovvero Yin Tingli, 尹婷莉: Bao Chao, 宝钞 (il nome dello 胡同o hutong, il vicolo ove si trova l’albergo) vuol dire avere un tesoro in denaro. E precisa: in carta, non in metallo.

1-2 luglio: percorro 10 km a piedi nel distretto di Chaoyang, nel caldo torrido, facile non perdersi nella grande strada. È lo spettacolo quasi in rettilineo del potere economico-finanziario cinese, con i grattacieli, sono tutti su Internet. Come si dice per altri, oggi anche i Cinesi occupano nel mondo globale il posto che loro compete.

4 luglio. La città proibita: 紫禁城, Zijinchéng. Due ore di coda, piove o pioviggina, si entra per prenotazione ma l’organizzazione è un po’ zoppicante e per fortuna alcuni giovani parlano inglese quanto basta. Poi ancora spettacolo, quella ricchezza esibita, raffinata, che la macchina fotografica non può rendere fino in fondo, arte e ricchezza… statue, bracieri, draghi e fenici, leoni e tartarughe, in proporzioni giganti, marmo e bronzo, il detto è: ottocento palazzi, novemilenovecento stanze… dei nostri palazzi reali, forse Versailles può alla lontana dare un’idea.

A decine di migliaia al giorno, qui come a Xi’an (西安) o alla 长城 (Chángchéng, la Grande Muraglia) – i cinesi, le loro famiglie, circolano come un fiume. Forse più che altro come turisti curiosi, ma tutti, credo, orgogliosi: cioè mi fanno partecipe d’un senso di grandezza e di fierezza, da essi avvertito, che vive attraverso migliaia di anni e accomuna i cittadini di questa nazione. Non è retorica, questo è cosa che circola nell’aria e sta nelle menti.

Non mi ritengo competente per aver letto un paio di libri. Ma la storia della Cina, raccontata come storia di guerre, etnie e dinastie diverse, appare per alcuni aspetti unitaria, come la lingua, dall’avanti Cristo (v. alcune riforme di Qin Shi), e come tale viene sentita. Qualcosa di simile a quel che (senza che ne seguisse unità politica) lingua e cultura greche hanno dato all’Occidente, o anche la cultura arabo-islamica a una parte di medio Oriente: la cultura della Terra di Mezzo, vasta quanto gli USA, questo ha portato a quel lato dell’Asia, Giappone incluso (nonostante le sue notevoli singolarità). Il buddhismo vi ha messo radici, e lo fece ovunque; confucianesimo e taoismo, sentite anche come religioni (ma come – a me sembrano tutte filosofie) sono modi del sentire-pensare. Oltre l’Islam.

5 luglio, 八达岭 (Badaling, Great Wall Courtyard Hotel). L’autostrada da Beijing porta qui in poco tempo. L’accesso al tratto di Grande Muraglia è curatissimo. Alle porte di Beijing, NE, distretto di Yanqing. Badaling vuol dire “collina delle otto direzioni” (ba-da-ling) perché la muraglia si ramifica ma è anche riportato “chiave (dare accesso, entrata) a tutte le direzioni” o anche il suggestivo 北门锁钥,pinyin bei-men-suo-yuè o “chiave della porta del Nord”, a sottolineare l’importanza strategica. Leggo che il tratto fu costruito nel 1505 (dinastia Ming, 明,1368-1644) e fu appunto di rilevanza militare. Nell’Hotel mi trovo immerso in atmosfera simile a quella dell’entroterra, per quel che ne so, con i due gestori, lei (non riesco a ricostruire tutti i caratteri del nome e abbozzo il pinyin) Sen Ri hua, lui 额王晓飞,cioè Wang Xiao fei (la proprietaria non è sul posto, ma è in contatto con me e parla un perfetto inglese). Loro sono una coppia di maturi, disponibili e gentili cinesi, che usano bene il traduttore vocale e danno un’impronta del tutto familiare ai miei giorni; d’altro canto l’atrio è del tutto diverso da quello di un hotel usuale, l’arredo è molto locale, mentre le stanze e i servizi sono su tre lati, provvisti di servizi con prese elettriche e wi-fi; prevale il legno massiccio. Lei cucina benissimo. mi arriva una colazione che è un vero pranzo.

La salita della Muraglia nel caldo misura il limite delle mie possibilità. Supero la torre 8, mi arrendo subito sotto la torre 12, anche perché trovo il bivio per scendere. È forse questa la salita ”dell’uomo valoroso”? È incredibilmente ripida e non capisco come i cavalli potessero salirvi e scendere. Penso a quante volte queste difese, così faticose e costose a farsi (anche in vite umane), furono sopraffatte. Penso ai poeti T’ang e all’assillo della difesa del Nord. Penso che le storie tanto diverse delle nazioni si somigliano.

Osservo: è estrema la frequenza delle latrine pubbliche, rispetto alle nostre strade. La cosa non ha riscontro nel solo distretto di Chaoyang, che infatti è occidentalizzato, almeno nella sua parte spettacolare. Altrove, ne trovo ovunque. Si tratta d’uno degli aspetti di una cultura che pensa diversamente il corpo e le sue funzioni, senza rimuoverne alcuni aspetti perché “indecenti”?

7 luglio, con un treno veloce arrivo a Xi’an, l’antica capitale. Gradualmente, guardando e sentendo, mi par di avvertire Confucio e forse Mozi (ma anche in qualche modo Buddha). Essi ci sono, immersi nel ribollire del movimento, nella storia, sia pure al fine di prender le misure, per poter vivere la vita buona. Meno Lao-Tze: così simile a Parmenide, sembra egli pensi in assoluto essere e nulla. Se egli veramente teorizza il non-agire, come accolgono qui oggi il suo pensiero? Qui tutto sembra azione e movimento. Eppure egli è presente – non si vede. Come non si vede la Cina interna, quella dell’entroterra fuori delle città, che comincia, credo, appena fuori Beijing, e va per le valli e le campagne, su per le montagne.

Allo He-Designer Hotel mi accoglie una giovanissima receptionist. È in coppia con un’altra, che mi saluterà l’ultimo giorno, accompagnandomi al taxi. Menziono tutto lo staff, per lo stesso motivo, e in particolare queste due, perché mi sembrano notevoli, nonostante abbiano da fare sempre pronte ad ascoltare e aiutare, magari servendosi bene – come tutti gli altri – del traduttore vocale.

8 luglio: d’improvviso, decido: si va adesso. Nonostante il sabato e la domenica non siano consigliati, vado a 兵马俑,ovvero bing-ma-yong, il luogo delle immagini dei guerrieri e dei cavalli! Così prendo borsello e macchina fotografica per farmi questo regalo, ma appena in strada la legge di Murphy colpisce: la preziosa macchina delle foto cade e si guasta – va bene, procedo. Vado in metropolitana fino al capolinea che è vicino al bing ma yong ma, ovvio, là trovo un agguato di tassisti: il prezzo del viaggio breve fino all’esercito di terracotta viene da loro imposto. Dovevo scendere una fermata prima e cercare il primo taxi disponibile.

“Immagini dei guerrieri e dei cavalli”. gli animali non meno degli uomini partecipano e rischiano nell’impresa della guerra. Non descrivo, è indescrivibile. Al ritorno, un simpatico autista mi porta a una fermata del metro.

In tutto questo, mi pare di vedere un po’ me stesso.

Il primo Imperatore della Cina 秦始皇, in pinyin Qin Shi Huang (249-210 a. C.) è figura leggendaria ma è realmente esistito. Un padre della storia cinese come 司马迁,Sima Qian, vissuto nel II secolo a. C., benché sia di parte 汉 (Han: gli Han sconfissero i Qin e si sostituirono a essi – nel 208 a. C., qualche anno dopo la morte del Primo Imperatore), parte avversa, ne riporta anche le parole. Gli storici ancora discutono sulla portata dell’impero Qin e delle sue riforme, quindi non è questione solo di successi militari. L’unificazione dell’impero fece della Cina il più potente stato al mondo del tempo. Fu un esempio di assolutismo, ciò non sembra dubbio. Ma vennero fatte riforme in una direzione che influì forse per millenni.

Associo (in Hotel) le immagini della lettura di uno storico olandese del XX secolo e dello storico Sima Qian, che narra del primo Imperatore della Cina.

Lo storico (interdisciplinare) Huizinga annovera la guerra tra le forme del gioco e mi domando cosa egli intenda per gioco. Il gioco non è solo regole condivise, lealtà, come egli all’inizio dice. Ma credo che nel gioco siano presenti aspetti dark dell’anima umana, pericolosi, tremendi. Egli stesso lo sospetta (lo dice alla fine). Le regole, io dico, non sono sempre condivise se non con riserva. Anzi: chi trasgredisce le regole spesso sorprende il nemico e vince, seguendo l’aspetto demonico (così Huizinga) del gioco. Domando: fa parte, anche questo, della cultura? Forse sì. E allora le cose grandi realizzate dall’uomo, dagli Imperi, in che rapporto stanno con quel che chiamiamo il male? Riconosco che la domanda è posta in modo approssimativo, ma qui sto solo condividendo appunti di viaggio.

Davanti alla meraviglia che come tutti avverto a Xi’an, di fronte alle migliaia di soldati dell’esercito di terracotta, pure s’intende che motivi misteriosi, minacciosi, sinistri fossero nella personalità di quest’uomo, il primo Imperatore, come in tutti noi, solo che egli più di tutti ebbe forza e potenza. Quanti nemici dové egli uccidere per affermarsi? Fu un enorme massacro; senza di lui, forse, sarebbe stato lo stesso. Così per Alessandro Magno, Giulio Cesare, Napoleone…

“Stanno nel gioco” le uccisioni dei prigionieri, l’efferata violenza sugli inermi, la tortura (mi viene in mente un ambiente dell’altrimenti glorioso forte di Gwalior in India, penso alla nostra Inquisizione), in tutti i tempi, la morte procurata con crudeltà. I sacrifici umani: penso all’episodio di Ifigenia. Tutto questo è nel gioco. Quante cose chiamiamo gioco? Se il fanciullo che gioca da inerme non si può dire buono ma innocente, l’adulto che gioca armato e dispone delle vite degli altri, come definirlo?

Inoltre Qin Shi pensò che la vita dovesse continuare in qualche modo o risvegliarsi dopo la morte, e inutilmente coltivò le arti magiche ed ebbe a corte maghi. Anche da morto, ha congegnato una trappola tale che gli archeologi tuttora non ardiscono aprire la sua sepoltura, per timore delle conseguenze. Sima Qian descrisse le meraviglie e le insidie presenti in quella città dei morti, che non abbiamo ancora visto, mentre non parla dell’esercito di terracotta.

10-13 luglio: per via di un’incertezza organizzativa e a causa del disagio che conseguiva dal gran caldo (percezione seria!), poi sollevato dalla pioggia, purtroppo ho perduto qualche giorno. Consiglio, per chi visiti Xi’an, di informarsi bene sui ristoranti e sui cibi del luogo.

Il 14 luglio, tornando in treno a Beijing da Xi’an, beneficio d’una congiunzione favorevole (in treno veloce il telefono si mette a funzionare) e finalmente contatto 殷晓媛,la poeta Yin Xiaoyuan. Mi risponde prontamente, si comporta e si comporterà come un’amica conosciuta da sempre. Con la semplicità che risulta dalla sua estrema raffinatezza, mi attende il giorno successivo (l’unico che avevo a disposizione) in uno scintillante centro commerciale in Beijing centro, l’elegante ThèATRE, per una consumazione e una prima conoscenza; mi porge i suoi doni, tra cui il suo ultimo libro di poesia, Cloud Seeding Agent, che, ovviamente pensato in lingua madre, è da lei scritto in inglese. Di poesia quasi non si parla. Quindi, nonostante lei come me soffra il gran caldo, andiamo al North Sea Park, di cui nemmeno sospettavo l’esistenza, e, oltre a chiacchierare e fare foto ammiriamo le ninfee, la pagoda, il lago, il movimento, il muro dei 9 draghi… ogni sua azione mi dice qualcosa di molto antico: “sono disponibile all’ospite straniero che viene da lontano, mai visto, come a un amico”. Quindi mi accompagna alla fermata della metro, e mi saluta – sono passate due ore e mezza. Mi manda poi le foto in wechat e pubblica subito dopo su facebook… con una serie di like da mezzo mondo. Grazie, e spero a presto, Yin Xiaoyuan, magari in Italia.

Dagli alberghi di Beijing (la reception dell’Orchid, dove sono stato ben tre volte), Badaling (30.6-2.7) e Xi’an (E-Designer Hotel, dove con entrambe le mani mi hanno porto il dono di saluto), agli impiegati di China Unicom, a Yin Xiaoyuan, prodigiosa poeta multilingue, alla reception del lussuoso hotel dell’ultimo giorno, il Cordis a Terminal 3 del Capital Airport; alle hostess di Hainan Airlines, agli impiegati degli aeroporti, ferrovie e metropolitane, ai customers delle dogane. La maggior parte ragazzi, piccoli di età, molto efficienti nel lavoro ma anche pronti nell’ aiutare l’ospite, con evidenti riflessi di un pensiero accogliente. Non è sempre così? Le eccezioni sono ovunque, basta saperlo. Ma una serie di piccoli ma luminosi punti s’è accesa in questi giorni, che hanno accompagnato il mio cammino.

*Tutti i caratteri in Hanyu, ovvero in cinese, sono in pinyin, il sistema adottato per rendere il suono nel nostro alfabeto.

Vedi le immagini in "Galleria".

Letto 734 volte Ultima modifica il Lunedì, 14 Agosto 2023 15:27