(n. XLI – gennaio 2011)       Ricordo l’immagine del Professore: agli esami a Salerno – e quando era già celebre, e la sua voce, nell’aula, perveniva viaggiando al di sopra del mare di teste, in un modo inconfondibile,  lucidissimo e sofisticato. Credo che sia stato in misura eminente questo: un grande intellettuale, tra l’altro schivo dei giochi di potere dell’università, come in politica, ma equilibrato e onestissimo, attento alla valenza etica della propria vita oltre che, per programma, a quella politica. Un intellettuale, dunque, in primo luogo, che faceva poesia – ma certamente un poeta, insieme al critico e all’intellettuale.  …
(numero XLII -  maggio 2011) 1.    Una filosofia arriva sempre tardi a dire come le cose debbano essere, ma può esservi anche un  pensiero  che dica come le cose possono essere.2.    Come vi sono filosofie del crepuscolo, così possono essere e sono filosofie del mezzogiorno, del mattino e dell’aurora.3.    Sebbene la filosofia non si eserciti fuori del tempo, essa s’interessa della temporalità e del significato del tempo, come per un proprio tema eccellente: come se, essendo nel tempo, si potesse riflettere, osservandolo.4.    Bisogna forse dire oggi: lo spazio-tempo? Cosa vuol dire che, curvando opportunamente lo spazio, si modifica il tempo?…
Onore sta, fin dai testi antichi (Aristotele, p. e., Et. Nic., VIII, 14, 1163b3), ma anche secondo gli autori moderni (Hobbes, Spinoza), per l’attestazione di valore che ci viene attribuita dagli altri. Molti hanno fondato la propria vita sul sentimento dell’onore.  Serve forse appena precisare che l’onore, nel contesto aristotelico, non è una virtù ma una passione, o, nei miei termini, sentimento: ovvero pertiene, si direbbe oggi, alla sfera delle passioni – mentre la virtù che vi corrisponde è, in Aristotele, la magnanimità (Et. Nic., II, 7, 1107b20).    Se si accetta il passaggio, certamente esposto in modo un po’ sommario,…
05 Giugno
PAROLE PESANTI TRA ETICA (E TEOLOGIA), ANTROPOLOGIA ED ESISTENZA. in : “Secondo tempo”, Napoli, 44(2012) Nel suo celebre scritto Il mondo come volontà e rappresentazione, Arthur Schopenhauer nota come “in italiano, compassione e puro amore vengono indicati con la stessa parola: pietà. Senza spingermi molto oltre, vorrei limitare l’indagine sul concetto di compassione, anche per distinguerlo da quello della pietà. Precisando, anzitutto, che si tratta qui di indagine nell’ambito dell’etica filosofica. Compassione e pietà pertanto sono sentimenti – che vengono definiti e descritti concettualmente, senza per questo essere concetti.Definisco provvisoriamente compassione come partecipazione al dolore d’altri; pietà, comevedremo tra poco, è particolare atteggiamento di devozione verso alcuni oggetti o persone. Leggi…