(Poesia)
Ai compagni di ballo
Mentre dormi
s’apre una pista nel sonno,
entra la notte.
Mi prende, la notte: è il corpo senza
uguali, il velluto di
una pelle irraggiungibile.
Trabocca di sensi di nere montagne,
campagne nere, acque e cieli neri.
Con mente notturna vado a spasso
in un tango senza fretta
e non mi curo di fermare le figure sorprese,
che tendono a nascondersi, ridendo:
qualcuna resterà.
Sono il signore che conduce la notte
in abito da ballo
trapunto di pietre luminose.