Lunedì 4 dicembre 2017
Prof. Vincenzo Pepe
Nocera Inferiore nei libri di viaggio inglesi dell’Ottocento
Il Prof. Pepe, che in quanto paganese è parente dei nocerini, ci ha regalato una relazione molto documentata sulla questione, detta in modo conciso e alquanto avvincente. Menziona un suo saggio sulla “Rassegna storica salernitana”, n.54 (dicembre 2010) dal titolo che è già un commento: “Nocera, tappa saltata del Grand Tour”
Essendo questo un mio resoconto, mi assumo ogni responsabilità se qualcosa non fosse riportato in modo preciso.
La domanda iniziale che il Prof. Pepe si pone, e che viene rivolta quindi al pubblico, è se i resoconti dei viaggiatori possano avere influito sulla cattiva fama di cui Nocera Inferiore è stata a volte vittima nei secoli, al punto che nei testi inglesi dell'Ottocento si legge che gli autori non vi si sono fermati, ma di averla evitata, tutt’al più vi sono passati per dirigersi da Napoli a Salerno, o sulla più sicura Cava. Risulta evidente che i viaggiatori intendano proprio questo, sebbene, secondo uno stile molto … inglese, non lo dicano espressamente: che Nocera Inferiore sarebbe stata poco raccomandabile; ma la fama, com’è noto, vola, anche quella cattiva, e attraverso quali mezzi, dunque, era pervenuta fino a loro? La domanda viene solo spostata, tutt’al più, ma resta, e forse solo uno storico che indaghi su un periodo più ampio potrebbe rispondere.
Dunque gli stereotipi sulla gente di Nocera Inferiore che vengono riferiti sono presenti in tre libri di viaggio, con finalità di saggi storici, esaminati (tradotti dallo stesso Prof. Pepe, che è anche un esperto della lingua inglese; e ve ne sarebbero anche altri), che sono i seguenti, di seguito riportati:
- 1) Henry Swinburne Travels in the Two Sicilies in the Years 1777, 1778, 1779 and 1780, London 1790;
- 2) Karl Ulysses von Salis Marschlins, Travels through Various provinces of the Kingdom of Naples, London 1795;
- 3) Richard Keppel Craven, A Tour through the Southern Provinces of the Kingdon of Naples, London 1821.
Mentre i pregiudizi sono principalmente tre.
- 1) La gente nocerina è cattiva. In un libro eccellente per la qualità delle altre notizie riportare, Swinburne si attiene alla notizia (falsa) per cui Federico II avrebbe fatto di Nocera Inferiore una colonia saracena (il che è invece vero per Lucera, attuale provincia di Foggia). Il viaggiatore ne deriva che i nocerini sarebbero diversi dagli altri campani, avendo derivato dai saraceni il temperamento sanguinario, la sordità alle proteste e l’irriducibilità alla riconciliazione; inoltre sarebbero smoderati bevitori di vino. Anche von Salis, pur ammirato della bellezza dei luoghi e altrettanto preciso sulle altre notizie, dà credito al fatto che la gente di Nocera sarebbe addirittura di aspetto “selvaggio e atrabiliare” e che non vi passi quasi giorno senza un assassinio. Un po’ più blando, per fortuna, Craven …
Un brano sui preparativi per la Pasqua a Pagani evidenzia come non si facesse altro, nei paraggi, che preparare cibo e bevande. La cosa viene giudicata male, come trasgressione della Quaresima.
- 2) I “pezzenti” sono insopportabili e pericolosi. Si descrive e si teme una moltitudine di mendicanti, pronti a prostrarsi nella polvere per un solo centesimo. I questuanti sono anche bambini e monelli, nonché ragazze. Si descrivono, passando sulla strada, frutteti rigogliosi, da non sfigurare di fronte ai migliori del mondo, ma anche donne legate all’aratro, sfruttate come bestie, mentre gli uomini si limitano a guidare.
Qui come in altri casi, Pepe rileva come la religione protestante dei viaggiatori avrebbe forse dovuto indurli a pietà per la povertà evidente degli abitanti, invece che, come pare, al disprezzo e alla condanna.
- 3) I cocchieri sono poco raccomandabili. Assediano i possibili clienti per procacciarseli; hanno la pessima abitudine di cambiare le carte in tavola, chiedendo poi una somma diversa durante il tragitto. Si adducono molti aneddoti, con qualche esagerazione evidente. Si riferisce di un assalto subito da parte di questa gente, a Nocera, in cui i viaggiatori vengono difesi assai energicamente da un poliziotto, e solo allora si riesce a calmare le acque.
Il Relatore, a rettifica altrettanto “oggettiva” del pregiudizio sui cocchieri e anche sulla gente di Nocera, menziona un racconto apparso su una rivista inglese e tradotto: “Gianni o una scena notturna”. Gianni era un cocchiere nocerino, attribuito come genero di tale Gaetano Pironti, personaggio “forse” rintracciabile alla ricerca storica. Quando una famiglia napoletana decise di trasferire la figlia a Eboli perché ammalata, accompagnata dal fratello, il cocchiere Gianni, interpellato, sulle prime rifiutò di prestarsi: ne aveva buon motivo. Sapeva che, durante quella notte, su quella strada, vi sarebbe stato pericolo. Ma Gianni venne forzato a condurre, a prestarsi, e nella notte la carrozza venne davvero fermata, con grave pericolo per i viaggiatori. Intervenuto l’esercito, vi furono esecuzioni sommarie, nelle quali venne ucciso lo stesso Gianni, sebbene tentasse di convincere i militari che egli era innocente, essendo solo il cocchiere.
Questo, per quanto riguarda il resoconto del Prof. Pepe.
Quanto a me, che non sono affatto uno storico, credo che è certamente possibile che qui a Nocera-Pagani le condizioni economiche fossero peggiori che in tante zone del napoletano, come lo sono in tante parti del mondo oggi, con le conseguenze che vediamo sul piano della sicurezza della gente e dei viaggiatori. Non so se i viaggiatori di quell’epoca, nei loro resoconti, generalizzassero indebitamente o se si accanissero; credo che certamente, se Nocera Inferiore ha avuto cattiva fama, ciò può esser dipeso anche dai racconti di viaggio. Ma non so in che misura, e certamente la storia della cattiva fama era precedente e non nasce nell’Ottocento, se questi viaggiatori la “trovano”. Può darsi che contribuiscano a rafforzarla.
Lo stesso Prof. Pepe ha menzionato i suoi ricordi d’infanzia: egli era con sua madre per strada e ricorda bene, da bambino, le folle di “pezzenti” a Pagani. Egli intende che, se questo si verificava pochi decenni fa, da queste parti, poteva benissimo essere secoli fa. Perché non centocinquanta o duecento anni addietro?
Posso solo aggiungere che abito a Nocera Inferiore da quasi venticinque anni, vi ho amici e mi ci trovo al momento talmente bene da non desiderare d’essere altrove, non solo per il carattere della gente in strada ma anche per la eccellente posizione sulle principali vie di comunicazione.