(Dove siamo)
1. Van Gogh
Il cielo notturno che guardi da sempre,
forse c’è un momento in cui sai che non l’avevi mai visto.
Ti avrà trovato una notte stellata del pittore: le stelle
non saranno più punti di luce nell’uniforme buio
ma feste palpitanti e colorate che fanno fiori,
poesie mai pensate prima, che ti confonderanno.
La notte sarà blu e indaco, l’azzurro del giorno non è come credevi
e nemmeno i girasoli, la stanza da letto, le case del paese.
Le tue percezioni dei gialli e dei viola ,
la prima volta possono sembrarti impossibili ma infine no, affatto.
E dei volti, che dire. La materia è infinitesimi guizzi di luce
costretti alla forma: tu o intorno a te, è lo stesso, i movimenti
si curvano d’improvviso in una faccia, che ha un nome, un debito
da restituire al niente.
Chi siamo, chi diventiamo – solo tracce della spietatezza,
che è la bellezza, la forza stessa di accendersi e di vivere una volta.
Gli occhi azzurri o verdi, la barba, i lineamenti di un contadino
che fu un uomo come te e può essere un genio, portano sorte e
sortilegio, ti rivelano te stesso.
Quando sei davanti a Van Gogh che vive in autoritratto, lui
incrocia il suo sguardo proprio con il tuo, e di nessun altro.
Perentorio come uno schiaffo, misura lo stesso mistero che porti.
Luglio 2021
2. All’alba mi sei venuta in sogno
All’alba mi sei venuta in sogno, s’è aperto un varco
sul tempo sempre fermo.
Del traghetto, nemmeno l’ombra. Eri ancora
da questa parte, in migliaia di immagini. Poi mi sono svegliato,
adesso che non puoi più esserci
ti sento che giri per le stanze.
A volte il sonno tarda, dopo tutta quella spossatezza dell’estate.
Non sapendo di te, una notte
ho camminato sulle strade lerce e graveolenti. Ho sentito
il decomporsi di cose in ruggine e calcinacci, mi stupivo
che tutto lo sgradevole del mondo non lo avessi mai avvertito
prima, non in modo così acuto.
Ma tu mi suggerisci che devo ricordarti,
malgrado tutto.
Se per altri sei stata straordinaria, per me fosti di più. Già
basterebbe: perché questo potevamo, noi
insieme avemmo viaggi impossibili
e fondammo in aria la speranza.
Tu mi dici: ricorda,
e sono costretto, col pretesto di rimettere ordine,
a riguardare le nostre foto, ritrovo i tuoi biglietti.
Certo, penso e ripenso qualche tua piccola arroganza,
niente mi bastava,capisco, sembravo ingrato,
e, se pure avevo un motivo, cosa vuoi che conti.
Così ci lasci, anche stavolta silenziosa e spietata,
e per quest’ultima volta è un po' di più
morire.
Il pontile è affollato, il traghetto va e viene,
addio.
La fine, questo così banale nulla, tanto meno per te lo posso credere.
Ottobre 2021
(Cosa speriamo)
3. Tuberosa (borderline)
Dolce fiore,
attraverso le stagioni,
lungo i sentieri altonascosti nell'aria
appari agli occhi come sei,
profumi di bellezza.
Sei carne d’un corpo candido e rosa,
il sole splendente ogni giorno per te corre invano,
esiti nella luce, ti apri
solo nell'ombra,
protetto dallo sguardo della luna.
Quando i profumi e i colori dei fiori
seducono il mondo,
bianco nella gloria del bianco, sembri nasconderti,
ma ti mostri alle porte della notte,
oltre le mura dei giardini del sonno,
ed ecco, sei potente.
Torna per te il viandante
seguendo orme d'argento
nei deserti abitati dal silenzio.
Fiore lontano, candore oscuro.
Linfa e respiro dei sogni arborescenti.
Giugno 2021
4. Semi d’acero
Nei giorni scorsi ho trovato un seme d’acero,
poi altri due, quasi invisibili,
proprio davanti alla porta. Li ho raccolti, ho ascoltato –
non domandano cibo né bevanda, possono dormire ovunque
nell’inverno.
Non come gli stranieri che vennero alla tenda di Abramo
senza farsi riconoscere:
questi non hanno ali d'angewlo, ma vele,
ogni seme è incastonato come uno scafo
dal suono lieve, secco e legnoso
dentro la sottile cartilagine color avorio,
ovale oblunga, progettata per il volo.
Eppure ora sono con me, e domando loro: da dove venite,
portati dal vento –
dagli alberi qui oltre i cortili o forse da più lontano?
Dicono: noi siamo il messaggero e il messaggio,
siamo il piccolo e il grande, causa e probabilità
di rami, foglie e frutti, e altri semi, nutrimento, ombra
e conforto, e nuovi alberi.
Dicono: noi siamo
la fortuna e l’accoglienza, siamo separarsi e
partire, la speranza, i compagni perduti nel cammino,
siamo il nuovo inizio.
Domando quale artigiano sappia fare questo, la forma esatta e singolare,
le diverse qualità, il tempo dato, ma dicono -
tu d’improvviso vedi
germogliare piante diverse, ognuna un suo carattere,
dove nessuno le aveva messe.
Domando di crescita e cambiamento, il senso della solitudine
e dell’essere insieme,
del viaggiare e dello stare fermi nel luogo.
Accogli le immagini, ospita le immagini,
dicono.
Ciò che sembra insignificante può essere il più importante,
come quei messaggeri che il Signore mandò ad Abramo.
Ottobre 2021
5. Isso 333 a. C.
(Perché leggi la storia)
Il giorno della battaglia, centomila restarono
sul campo, e fu segnata la fine dell’Impero.
Poi il giovanissimo condottiero
fece visita alle donne del vinto.
Diodoro due secoli dopo riferisce
del rispetto di Alessandro il Grande,
specialmente per la madre di Dario.
Le fonti aggiungono
che, saputa la morte di Alessandro,
presagendo la sventura imminente,
quella donna si lasciò morire.
Quando non ti aspetti, tornano sempre figure
di donne. Fin troppo facile, osservare
che gli uomini coinvolti nelle folli passioni
distruggono le vite, mentre le donne creano: anche
una di loro
a volte conosce la follia.
Ma spesso potremmo vedere la grandezza
della più umile madre,
guardando nella nostra vita che nessuno ricorderà; e, anche
se le più antiche testimonianze non fossero vere,
resta
che da ogni più nascosto angolo del tempo
qualcosa chiama, qualcosa risponde.
Giugno 2021
6. Se il pensiero sia freddo o profondo
Non so se il pensiero sia freddo o profondo,
se adesso domandassero perché vivo,
potrei dire: vivo per essere libero,
questo mi sembra di saperlo.
Ma sei libero? Dicono che non posso,
eppure, siccome è scritto nel mio nome,
così vivo, in fede del mio nome.
Ho seguito una calda stella,
non so di pensieri freddi.
Se tu cammini con me, ti curo,
ma non sono un padrone
che è schiavo del possesso: Gli errori sono tanti,
le intenzioni, generose.
Neppure i miei pensieri mi appartengono,
mi sono stati dati, mi trovano
per un momento,
a dir meglio,
niente mi appartiene.
Conosco pensieri caldi e densi,
non sono profondi ma respirano,
non scavano né attraversano,
non badano alle frontiere perché sorvolano,
anche quando sono chiuse.
Gennaio 2022